Programma 2004

Conferenza

sabato 30 ottobre, 11:00
Magazzini del Cotone - modulo 2, piano 3
Area Porto Antico

La fotografia scientifica

Felice Frankel

In qualità di grande promotrice dell'importanza dell'elemento visivo nel comunicare la scienza al vasto pubblico, la Frankel si è dedicata a fornire ai ricercatori e agli studenti di materie scientifiche una sorta di "vocabolario visuale" della scienza. "Troppo spesso la bellezza visiva della ricerca scientifica sembra essere tenuta segreta," dice lei. "Gli scienziati sono abituati a essere sospettosi nei confronti delle esibizioni di carattere visivo, spesso liquidandole come inutili o superficiali, e rimangono così inconsapevoli della poesia che scaturisce da quella parte del loro lavoro che viene percepita dagli occhi". Per tradizione, parole e formule matematiche sono infatti state spesso considerate più autorevoli delle immagini. "Gli scienziati hanno più rispetto per il testo che per le immagini" dice la Frankel. Benoit Mandelbrot, il matematico dell’Università di Yale che negli anni settanta esplorò per la prima volta il mondo dei frattali, ricorda che "in passato l'idea di usare le immagini nella scienza era considerata piuttosto disdicevole. Un tempo il mondo era molto antivisuale, e le persone con uno spiccato senso delle immagini non godevano di rispetto." In netta opposizione a queste teorie, le opere della fotografa, realizzate spesso con l’aiuto di un microscopio, vogliono proprio essere una testimonianza di questa straordinaria (e spesso nascosta) bellezza, nonché un modo, al contempo nuovo e affascinante, di portare il pubblico a rapportarsi all' "universo scienza". Le opere della Frankel nascono sempre dall'incontro con ricercatori e esperti del settore: la fotografa impara tutto ciò che può sul loro lavoro, e usa gli input che loro le lanciano per creare un'immagine che catturi l’essenza della ricerca. Per lei, convinta che "ciò che colpisce gli occhi, colpisce la mente", le immagini rendono comprensibili i differenti linguaggi settoriali e facilitano la comunicazione tra scienza e pubblico. È proprio questo il senso ultimo della sua opera: trasmettere in maniera immediata messaggi che altrimenti rischierebbero di essere riservati a un elite, a una stretta cerchia di studiosi. In conclusione, il punto di forza delle sue fotografie è la capacità di unire la completezza dell’informazione all’immediatezza del messaggio visivo. Il visitatore che si trovi a contemplare un'immagine della Frankel non può che rimanere affascinato da ciò che gli si para dinnanzi. È probabile che sulle prime non capirà nulla di ciò che sta guardando, che rimarrà spiazzato, incuriosito. È proprio questo il punto: far leva su quella curiosità che può scaturire solo dalla meraviglia creata da un qualcosa di incomprensibile e allo stesso tempo estremamente bello. Il primo pensiero di chi guarda queste foto è "sì, mi piace, ma che cos’è?". Questo probabilmente (e auspicabilmente) porta chi osserva a leggere la didascalia e, infine, a porre delle domande che implicheranno, a loro volta, delle risposte che daranno la possibilità a chiunque di avvicinarsi ad argomenti altrimenti ostici. Nonostante le sue spiccate doti, Felice Frankel si guarda bene dal definire i suoi lavori opere d'arte. "Io non mi considero un'artista, perchè un'artista ha un punto di vista molto personale e particolare, e comunica quella parte di se stesso che vuole che il mondo percepisca," dice lei, aggiungendo che lo scopo primario delle sue immagini è quello di comunicare informazioni di carattere scientifico. "Suggerire che l'arte e la scienza siano correlate potrebbe risultare pericoloso. Le immagini scientifiche possono essere molto belle e probabilmente artistiche, ma non sono arte, e l’arte non è scienza".
Eppure – e potrebbe essere questo lo spunto per un dibattito di sicuro interesse – guardando le sue fotografie, pare proprio che questi due universi, apparentemente così distanti, abbiano finalmente trovato il loro punto d’incontro.

Felice Frankel, fotografa specializzata in immagini scientifiche, è ricercatrice alla School of Science dell’ Institute of Technology del Massachutes e direttrice dell’ Envisioning Science Project, nonché membro dell’ American Association for the Advancement of Science.
La sua formazione è prettamente scientifica: dopo la laurea in biologia, la Frankel iniziò a lavorare come assistente di laboratorio alla Columbia University, facendo ricerche sui sistemi subcellulari, attività che decise di interrompere per costruirsi una famiglia. Si dedicò in seguito alla fotografia, raggiungendo una certa notorietà come fotografa di paesaggi: a questo suo interesse è legata la pubblicazione del volume intitolato Modern Landscape Architecture.
Il suo successo iniziò con la vincita di una borsa di studio alla Harvard University's Graduate School of Design nel 1991, che le diede la possibilità di seguire, all’età di 47 anni, qualunque corso di studi avesse voluto. Mentre i suoi colleghi si orientarono principalmente verso corsi di architettura e design, Felice Frankel si trovò a riscoprire la sua originaria passione per la scienza, seguendo le lezioni, tra gli altri, di E. O. Wilson e Stephen J. Gould.
Le fotografie di carattere scientifico diventarono ben presto il punto di incontro tra le sue indubbie qualità artistiche e il suo rigore scientifico, ed è proprio in questo particolare settore che Felice Frankel trovò la sua strada iniziando a creare immagini tanto per riviste specializzate quanto per pubblicazioni rivolte a un pubblico generico. Le sue immagini, realizzate in collaborazione con ricercatori scientifici, sono apparse sulle copertine e all’interno di riviste autorevoli quali Nature, Science, il Journal of Physical Chemistry e Cellular Biology, così come in numerose pubblicazioni del MIT.
Per le sue spiccate doti ha ricevuto premi e riconoscimenti dalla Guggheneim Foundation, dalla National Science Foundation, dal The National Endowment for the Arts, dalla Alfred P. Sloan Foundation, dalla Graham Foundation for Advanced Studies in The Fine Arts e dalla Camille and Henry Dreyfus Foundation.









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