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Diario
del Festival 2004
Dall'archivio del Festival, tutti
gli articoli dell'edizione 2004 curati dalla redazione di Diario
del Festival (a cura di Mentelocale)
7 novembre 2004
Mostre in contrasto
di Francesco Tomasinelli
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| Animatori all'opera alla mostra sulla biodiversità. Foto di Francesco Tomasinelli |
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Due iniziative agli opposti, entrambe tra gli eventi più in vista del Festival della Scienza 2004. Una mostra seria e convenzionale, quella sulla biodiversità al Museo di Storia Naturale ed uno spazio decisamente più frivolo, lo stand di Progetto Italia di Telecom al Porto Antico, Piazza delle Feste, a due passi dal Bigo.
Partiamo dalla prima, un'iniziativa sviluppata dal Museo Civico di Storia Naturale di Genova assieme con la Compagnia San Paolo. Come avrete immaginato l'attenzione si concentra sul gran numero di specie viventi che popolano la Terra e perché è così importante che rimangano numerose e diversificate. E' questa immensa riserva di organismi il grande serbatoio della biodiversità, sul quale la vita si basa per difendersi dai mutamenti ambientali.
Ma veniamo alla mostra in se. Al progetto è riservata una sola sala, al centro del museo. Il quadro generale è preciso e rigoroso, si parla della nascita della vita sulla terra, l'aumento imponente del numero delle specie verificatosi dopo l'affermazione dei primi organismi multicellulari e le estinzioni. Oltre alle foreste tropicali e alle barriere coralline - i due ambienti che ospitano il maggior numero di specie diverse per chilometro quadrato - è stato riservato un posto anche alla biodiversità in Liguria, focalizzando l'attenzione sulle varie specie animali e vegetali che vivono solo nella nostra regione. Gli allestimenti valorizzano al massimo le poche cose in mostra: ampie vetrine con animali impagliati e qualche modello, pannelli moderni e accattivanti, piccoli schermi con documentari. Tutto è perfettamente illuminato e non c'è una vite fuori posto. Però non aspettatevi niente di clamoroso. Si tratta di una magistrale ridistribuzione di materiale in deposito al museo e poco più. Certo, c'è un percorso didattico chiaro e sensato, ma niente modelli in scala, animatronic, simulazioni, animali in terrario.
Sono davvero gli animatori a fare la differenza, la loro presenza rende la visita piacevole e interessante, quindi approfittate ora, che dopo non saranno più disponibili.
Se invece cercate qualcosa molto più leggero è meglio andare alla Piazza delle Feste, sotto il tendone dell'Expò.
Qui si trovano alcune delle attrazioni più curiose di questo festival. I ragazzi dello stand mi dicono che hanno molto da fare a tenere a bada gruppi di ragazzini curiosi. Per i fanatici del volo c'è un bel simulatore di un jet delle Frecce Tricolori, con tanto di cabina e seggiolino, un simulatore di bicicletta, alcune applicazioni grafiche che consentono di disegnare con un touch screen. La cosa più insolita è una vecchia Fiat 500 con dotazioni elettroniche avanzate, capace di fare un po' di tutto: scatta foto, invia SMS, proietta immagini e disegni tracciati sui suoi vetri, carica files musicali MP3 da un distributore a fianco.
Una delle cose più interessanti, almeno per i più piccoli, è lo spazio dell'Interaction Design Institute Ivrea, localizzato nella grande impalcatura centrale. Lo staff, sempre presente, si impegna per sviluppare la creatività dei bambini con progetti molto originali che ricorrono alle nuove tecnologie ma in un contesto rilassante e non competitivo. Uno di questi è il disegno dialogato: un gruppo di bambini in una tenda descrive un volto ad un gruppo di amici in un'altra tenda. Questi ultimi disegnano il soggetto in questione mentre i primi seguono i progressi attraverso una telecamera e devono correggere gli errori a parole. I coloratissimi disegni dei bambini vengono appesi fuori dalle tende e ricoprono orami tutto lo stand.
Nella zona più in fondo c'è lo spazio gestito dal Museo dell'Antartide. Qualche totem illustra come si può scoprire l'antico clima della terra trivellando i ghiacci. Ma l'attrazione più carismatica è l'estratto di una trivellazione, la cosiddetta carota di ghiaccio, custodita in una vasca a –27 gradi, che tutti possono toccare. |
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