Beagle,
la newsletter del Festival 2004
Dall'archivio del Festival,
tutte le notizie dell'edizione 2004 curate dalla redazione di
Beagle, la newsletter del Festival (a cura del Master
in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste)
6 novembre 2004
E' la stampa bellezza
di Ilenia Picardi
Al secondo piano di Palazzo Ducale c'è una sala poco nota al pubblico del Festival: l'ufficio stampa. È qui che la variegata costellazione dell'universo giornalistico si riversa prima di tuffarsi negli eventi genovesi. Sono giovani free lance figli del precariato, rodate troupe della radio e della televisione, giornalisti specializzati, improvvisati e very important persons. Si presentano, ritirano il badge. Su un bancone della sala una mappa della città costellata di numeri in rosso disegna il percorso degli eventi del giorno. Intanto un gruppo di giovani si dedica alla ricerca certosina di articoli sulla carta stampata. "Sono tante le emergenze che ogni giorno dobbiamo affrontare" ci racconta Federico Grasso, unico genovese e - fortuna o sfortuna sua - anche unico uomo dell'ufficio.
Qual è la vostra giornata tipo?
Inizia in edicola. Poi, in ufficio, dobbiamo gestire le immagini, pianificare con i giornalisti le interviste, spedire comunicati, monitorare i quotidiani, aggiornare il calendario del programma.
Poi c'è il lavoro extra…
Infatti. Capita, per esempio, che il traffico blocchi nei taxi i relatori delle conferenze, o che si debba rispondere a strani quesiti degli scienziati… a volte per questo ci vorrebbe una palla di cristallo.
Ci sono state richieste che non siete riusciti a soddisfare?
Sì. Rai Educational Channel ci ha chiesto un elicottero per le riprese. Non lo avevamo. Ce la siamo cavata, però, con una buona soluzione: una splendida nave da crociera. E direi che hanno apprezzato, visto tutti i servizi sono lanciati dal ponte della nave.
Quali sono le personalità più difficili da gestire?
Scrittori e gente dello spettacolo, direi. Spesso sono pieni di "bizze" e per parlare con loro devi tentare in quattro lingue diverse. Gli scienziati, invece sono meno capricciosi, non sono abituati a tante interviste, si sentono più gratificati.
Gli scienziati sono anche più "intervistogenici"?
Direi di sì, con l'eccezione di qualcuno ovviamente. Mi viene in mente una persona, una donna, che ha voluto sottolineare: "Ok a interviste per radio e giornali, telefoniche o di persona, ma assolutamente NO a qualsiasi ripresa del volto". Forse non si riteneva abbastanza fotogenica… |
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Testi a cura del Master in Comunicazione
della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni,
Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
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